venerdì 15 marzo 2013

Storie di cuochi storie di vita

La sensazione più bella dopo aver passato il pomeriggio di ieri alla Triennale ad ascoltare cuochi e appassionati di cibo e cucina che hanno dato il via alle giornate della manifestazione "Cibo a regola d'arte" è che siamo quello che mangiamo....e che ognuno di noi non solo mangia ma esprime se stesso anche attraverso le proprie ricette e i propri percorsi culinari....
Certo sentir chiamare Oldani filosofo mi ha fatto contrarre la spina dorsale, ma apprezzo la definizione che anche lui stesso si riconosce ossia quella di essere un artigiano che lavora con somma maestria le materie prime e quindi la sua visione della cucina risponde all'etica e al pop inteso come popolare.
Infatti, per mangiare bene come ci insegnano le nonne, non serve spendere delle cifre assurde ma basare la scelta dei cibi sulla stagionalità e quindi sulla facilità della loro reperibilità e sul loro prezzo di mercato.
In un momento in cui tutti parlano di cucina, in cui gli chef diventano delle star avere i piedi per terra e riuscire ad ampliare i propri orizzonti non è facile. La banalizzazione della cultura enogastronomica italiana è sempre dietro l'angolo....ma stiamo attenti questo è il momento in cui eccellenza e territorio possono fare la differenza....
Ho partecipato al corso "Le mani in pasta" organizzato dalle Masserie Didattiche Pugliesi per imparare a realizzare i dolci di mandorle della Masseria Morrone e poi allo show cooking per realizzare le orecchiette nelle due varianti di condimento: sugo con braciola di asino e sugo con senapa e odori. Un'esperienza che mi ha permesso di entrare in contatto con quel territorio. Perchè le mandorle, le orecchiette, l'olio ecc...non sono solo dei prodotti ma sono delle eccellenze e se rispettate e preservate possono farci vivere e conoscere una regione, una località...la mia compagna di corso e' stata Diane una ragazza di Taiwan che studia design qui a Milano, era estasiata, le ho tradotto tutto! Sono stata orgogliosa dei suoi occhi lucidi, della sua curiosità.
...e quindi ho pensato che uno dei modi per far vivere il nostro sud Italia è quello di preservare l'agricoltura e l'allevamento accompagnandolo da una visione turistica di accoglienza.....dobbiamo far sentire il turista di nuovo ospite....farlo sentire a casa sua a casa nostra....ci riusciremo????? Dobbiamo farlo stupire e non con gli effetti speciali ma con i tesori di casa nostra!
Solo se vinceremo i campanilismi, le ostilità....in questo momento si ha bisogno di unione e professionalità. Di etica e bello.....e in cucina noi italiani siamo ancora dei campioni.......ma solo se non abbandoniamo i campi.....











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